Un cammino, sin dalla sua nascita,
parallelo a quello di Casa Shalom, la struttura che a Ponzana di Casalino, dall’aprile
del 2002, segue e accoglie persone colpite dall’Aids. Soprattutto quei malati
che non abbiano punti di riferimento famigliari o abitativi e che non
necessitino di particolari cure ospedaliere, ma che abbiano l’urgenza di un’ospitalità
anche solo per periodi brevi.
E’ quello che guida, da ben 13 anni
(traguardo tagliato a ottobre), l’attività di una significativa realtà del
volontariato novarese. Stiamo parlando dell’associazione “Amici di Shalom”,
presieduta da Elsa Occhetta e nata nell’ottobre del 2003.
Obiettivo dell’associazione, fornire
un aiuto concreto a don Dino Campiotti, fondatore di Casa Shalom. Una vita,
dunque, quella degli “Amici di Shalom”, che corre parallela a quella della casa
alloggio immersa tra le campagne novaresi. Una struttura, la cui storia ha
origine nel 1996, quando la Diocesi di Novara e l’Istituto di Sostentamento del
Clero, ognuno per la sua parte, cedono in comodato d’uso gli edifici e l’area circostante
all’associazione Comunità Villa Segù Onlus per insediarvi una casa alloggio per
malati di Aids. Si affida l’incarico di stendere il progetto della casa allo
studio dell’architetto Pio Occhetta e nella primavera del 2002 il sogno si
concretizza e, alla presenza dell’allora vescovo, monsignor Renato Corti, Casa
Shalom inizia ad accogliere i suoi primi ospiti.
«Il prossimo anno Casa Shalom –
spiega Elsa Occhetta – compie 15 anni di vita. L’associazione è nata poco dopo
l’apertura e quest’anno festeggiamo i 13 anni di attività. Il nostro obiettivo
principale è quello di dare una mano alla casa, al suo funzionamento e
accompagnare gli ospiti».
Il nome, come viene spiegato anche sul sito web della struttura, è “Amici di Shalom”, «perché tutti quelli che sono amici di don Dino, sono anche amici di Shalom. Il nostro obiettivo, da subito, è stato quello di accompagnarlo nell’avventura che ha intrapreso 14 anni fa con grande sacrificio. Un’avventura ‘faticosa e inquietante’, ma umanamente arricchente e allo stesso tempo entusiasmante».
Il nome, come viene spiegato anche sul sito web della struttura, è “Amici di Shalom”, «perché tutti quelli che sono amici di don Dino, sono anche amici di Shalom. Il nostro obiettivo, da subito, è stato quello di accompagnarlo nell’avventura che ha intrapreso 14 anni fa con grande sacrificio. Un’avventura ‘faticosa e inquietante’, ma umanamente arricchente e allo stesso tempo entusiasmante».
L’associazione guidata dalla
presidente Occhetta promuove progetti e iniziative a favore della casa alloggio
e non solo, da eventi di raccolta fondi a feste per gli ospiti. Qualche sabato
fa, a Casa Shalom, si è svolta la giornata del volontario, dedicata appunto ai
soci e volontari dell’associazione, pomeriggio in cui si è svolta una festa,
cui hanno partecipato tanti amici della struttura di Ponzana e occasione nella
quale si sono rinnovate le quote associative e, probabilmente, c’è stato
qualche nuovo ‘acquisto’, qualche nuovo socio-volontario che ha voluto
iscriversi e fare parte dell’associazione. «Siamo qui da 13 anni – ha riferito
Occhetta nel suo intervento – Giorno dopo giorno siamo riusciti a costruire
nuove relazioni, a dare vita a iniziative, abbiamo imparato a sognare la vita e
il suo domani in modo diverso, meno ansiogeno e più carico di speranze. Un
traguardo che ci suggerisce un modo sempre nuovo di dare senso al nostro essere
volontari in una casa per malati di Aids. La presenza giornaliera dei volontari
in una struttura come Casa Shalom è fondamentale. Una presenza preziosa per gli
operatori e gli ospiti. Nella nostra attività – spiega la presidente – siamo
compagni di viaggio, condividendo fatiche e momenti di serenità con chi, forse,
crede di non contare nulla e di essere giunto al capolinea. Questo il compito
fondamentale dell’associazione e dei suoi volontari. Un impegno, una presenza
giornaliera, in cui ci vuole costanza, coraggio, organizzazione e tanto, tanto
entusiasmo».
Un sostegno, dunque, alle attività della casa, ai malati accolti nella struttura e agli operatori. «Anche quest’anno abbiamo promosso la festa di Natale con scambi di regali per gli ospiti, la festa di Primavera con la vendita di bonsai in collaborazione con l’Anlaids (associazione nazionale contro l’Aids), abbiamo partecipato al Banco farmaceutico, alla Caminada par Nuara promossa dai Lions Club a favore dei bambini autistici alla Tre pedaladi par i riseri organizzata dagli Alpini e alla tradizionale castagnata in piazza Duomo, sempre con gli Alpini e a favore di Casa Shalom. Abbiamo poi promosso per gli ospiti visite a mostre, uscite in piscina, al mare, in montagna al cinema». E ancora momenti di convivialità, come la festa proprio a Ponzana del 60° di matrimonio di due volontari. «Come ogni anno, poi, cerchiamo di dare una mano a chi forse sta peggio di noi. Abbiamo così aiutato i bambini malati di Aids di un centro in Etiopia e abbiamo dato una mano al micro-nido Primi Passi della Caritas, frequentato da bambini di molte nazionalità e che si trovano in difficoltà economiche. Un sostegno è stato dato anche all’Emporio solidale della Caritas. Oltre, quindi, a essere di sostegno agli ospiti e alla Casa di accoglienza, ci preoccupiamo di promuovere una cultura della solidarietà, per essere di integrazione ai servizi sanitari, socio-assistenziali, educativi e culturali».
Un sostegno, dunque, alle attività della casa, ai malati accolti nella struttura e agli operatori. «Anche quest’anno abbiamo promosso la festa di Natale con scambi di regali per gli ospiti, la festa di Primavera con la vendita di bonsai in collaborazione con l’Anlaids (associazione nazionale contro l’Aids), abbiamo partecipato al Banco farmaceutico, alla Caminada par Nuara promossa dai Lions Club a favore dei bambini autistici alla Tre pedaladi par i riseri organizzata dagli Alpini e alla tradizionale castagnata in piazza Duomo, sempre con gli Alpini e a favore di Casa Shalom. Abbiamo poi promosso per gli ospiti visite a mostre, uscite in piscina, al mare, in montagna al cinema». E ancora momenti di convivialità, come la festa proprio a Ponzana del 60° di matrimonio di due volontari. «Come ogni anno, poi, cerchiamo di dare una mano a chi forse sta peggio di noi. Abbiamo così aiutato i bambini malati di Aids di un centro in Etiopia e abbiamo dato una mano al micro-nido Primi Passi della Caritas, frequentato da bambini di molte nazionalità e che si trovano in difficoltà economiche. Un sostegno è stato dato anche all’Emporio solidale della Caritas. Oltre, quindi, a essere di sostegno agli ospiti e alla Casa di accoglienza, ci preoccupiamo di promuovere una cultura della solidarietà, per essere di integrazione ai servizi sanitari, socio-assistenziali, educativi e culturali».
Una realtà, gli “Amici di Shalom”,
che a oggi conta, tra soci che sostengono l’attività economicamente, che danno
consigli e suggerimenti per nuove iniziative, e volontari attivi
settimanalmente nella Casa di Ponzana di Casalino, 170 iscritti.
Complessivamente sono 30 i volontari che si alternano, di notte e di giorno, in
base a precisi turni, nella struttura diretta e fondata da
don Dino Campiotti.
L’associazione è una onlus e ha
un Consiglio direttivo composto da sei persone, ha uno statuto, è iscritta al
Centro Servizi per la provincia di Novara e all’albo Provinciale e
Regionale del volontariato. Ha sede in via della Chiesa 3, proprio dove si
trova la Casa Alloggio che ospita i malati di Aids.
«L’aiuto dell’associazione e dei
suoi volontari – aggiunge don Campiotti – è fondamentale per la vita di Casa
Shalom. Ci aiuta anche per ampliare i rapporti con l’esterno. Guai se non ci
fossero i 30 volontari che settimanalmente stanno qui da noi, accompagnando gli
ospiti, ascoltandoli. Al momento sono una decina gli ospiti della Casa»,
ospitati in camere singole e doppie, tutte dotate di servizi igienici autonomi.
Una struttura riconosciuta dalla Regione come presidio socio assistenziale, con
spazi comuni e per lo sviluppo di laboratori e attività creative, oltre ad aree
verdi per attività ludico sportive.
La festa è stata animata dall’esibizione
del gruppo de “I barlafus” e da un rinfresco per tutti i partecipanti.
Monica Curino
Monica Curino
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