sabato 31 marzo 2018

Sartoria E': un atelier che coniuga solidarietà ed eccellenza, con collaborazioni con Versace e Missoni

L'ingresso di "Sartoria E'" il giorno dell'inaugurazione
E' stata inaugurata lo scorso venerdì 16 marzo la nuova sede di "Sartoria E'", sartoria sociale della Cooperativa Emmaus, realtà in grado di coniugare eccellenza e solidarietà. Un vero e proprio esempio di eccellenza 'made in Novara'.
Un 'taglio del nastro' che ha visto la presenza, pur se solo in videoconferenza via Skype (impossibilitato dal poter essere fisicamente a Novara), di Santo Versace. L'imprenditore ha dato vita a Fondazione Altagamma, alla base dello sviluppo di rapporti tra profit e no profit con il mondo della cooperazione sociale, ed è molto legato alla sartoria novarese, la cui struttura è ora attiva in via Ansaldi 6.
Versace, nell'occasione, ha dialogato con Andrea Masante, direttore amministrativo della Cooperativa Emmaus. Il laboratorio rientra nel protocollo di intesa di livello nazionale tra Fondazione Altagamma e Confcooperative Federsolidarietà. E' ospitato in una location di grande sostenibilità ambientale, un centro che mette a disposizione sino a 20 postazioni lavorative (al momento sono 10 i dipendenti, 8 donne e 2 uomini).


I tanti presenti all'inaugurazione
Un progetto promosso dunque dalla Cooperativa Emmaus con il sostegno della Fondazione De Agostini, presente all'inaugurazione con il segretario generale Chiara Boroli. Un'iniziativa che mette al centro le persone, un sogno che si è realizzato e, soprattutto, una fiducia che il laboratorio ha conquistato grazie all'elevata professionalità dei suoi dipendenti. "Sartoria E'" ha commissioni tanto da Versace quanto da Missoni e collaborazioni con Gucci e Dolce&Gabbana.
Il laboratorio è l’evoluzione di un’idea nata nel 2014 dall’esperienza di un corso sartoriale base svolto all’ex Villaggio Tav. Un progetto che, adesso, a distanza di pochi anni (segnale di come fosse già qualcosa di straordinario), è diventato una vera sartoria, che sposa alla perfezione imprenditorialità, eccellenza artigiana e ricollocamento di persone uscite dal mercato del lavoro. Un percorso che ha visto protagonista la Cooperativa presieduta da don Dino Campiotti, che ha saputo offrire lavoro a un numero sempre crescente di persone di anno in anno. Risultati che hanno reso necessaria una nuova sede, che ha portato il laboratorio da via Alberto da Giussano, dove la struttura era 'costretta' in un capannone, a via Ansaldi, in un'area molto più estesa, confortevole e adatta all'attività.



L'intervento di don Dino Campiotti
Un’iniziativa che dimostra come la solidarietà non sia solo assistenzialismo, ma sia anche e soprattutto capace di trasformarsi in impresa sociale di grande qualità ed eccellenza, un’impresa che compete ad alti livelli e richiama l’attenzione di grandi marchi.
All'inaugurazione della nuova sede, che vedrà il raddoppio dei dipendenti entro il 2020 e la nascita di una scuola di formazione, il vescovo monsignor Franco Giulio Brambilla («un'area - ha detto - che era depressa e che la Diocesi ha scelto di concedere, rinnovando così la sua vocazione primaria»), il sindaco Alessandro Canelli, Augusto Ferrari, assessore regionale alle Politiche sociali, Maurizio Gardini, presidente nazionale Confcooperative, Giuseppe Guerini, presidente Federsolidarietà Confcooperative, il vicepresidente di Emmaus, Pierluigi Migliavacca e il presidente don Dino Campiotti: «Un progetto - ha spiegato il sacerdote - in cui abbiamo sempre creduto, sin dall'inizio e senza alcuna titubanza».


L'interno di "Sartoria E'" e un momento dell'inaugurazione
«Obiettivo della sartoria – spiega Masante per Emmaus – è far capire come la cooperazione sociale sia normalità e come abbia in sé tanti aspetti, inclusione sociale, ma anche affidabilità, qualità, grande professionalità e bellezza. Un altro aspetto cui teniamo è la sostenibilità, non solo etica, ma anche ambientale, con posa di luci led, domotica, geotermia, cappotti termici».


              Un momento dell'inaugurazione alla presenza di tutte le autorità
I locali che ospitano la sartoria nascono dalla ristrutturazione e dall'ampliamento della Casa Divin Redentore, sorta negli anni ‘50. Una casa all'epoca fortemente voluta dalla maestra Rina Musso, partigiana e benefattrice, che, con lungimiranza, propose  che si dedicasse agli ex detenuti una casa e un vicino laboratorio, per offrire loro prima accoglienza e opportunità di lavoro. 


                                 L'intervento di don Campiotti e del vicepresidente di Emmaus
                                   Migliavacca (che illustra la storia dei locali di via Ansaldi)

Proprio "Sartoria E'" si colloca in questi locali, in un distretto cooperativo che ha come elementi cardine l'innovazione e l'inclusione sociale. Un polo della solidarietà in cui si sta realizzando, come ha spiegato don Campiotti, un orto bio, per dare lavoro a persone in difficoltà e una struttura di housing sociale, dedicata all'accoglienza.

«Vogliamo mostrare – ha aggiunto Giuseppe Ruga, responsabile della sartoria – che siamo un laboratorio che merita fiducia, che le nostre sarte, tutte formate, sono capaci e hanno alta professionalità. Versace ha visto come lavoriamo e ci ha coinvolti nel realizzare i suoi abiti di grandissima qualità. Lavoriamo anche con Dolce & Gabbana. Marchi che non si sono rivolti a noi perché cooperativa sociale, ma perché hanno trovato persone che lavorano bene e molto capaci». 
L'interno di "Sartoria E'"
In futuro, grazie alla realizzazione di una scuola all'interno dei locali di via Ansaldi, saranno avviati corsi di formazione dedicati soprattutto ai giovani, incrementate le lavorazioni per portare a 20 unità il personale e promossi piani e percorsi di riprofessionalizzazione dei disoccupati. Un lavoro svolto con capacità e passione, come spiega Marina Andreoli, 27 anni di Pombia, responsabile campionarista, che lavora alla sartoria da 3 anni e mezzo: «è il lavoro che avrei voluto fare da sempre. Siamo in questi locali da gennaio. Sono molto felice dei risultati che il nostro laboratorio sta raggiungendo, dando vita a prodotti di altissima qualità».
Monica Curino


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